Mastoplastica Additiva

Odeon TV

La Dott.ssa Gabriela Stelian, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, ci parla di Mastoplastica Additiva, diverse forme delle protesi, vantaggi e svantaggi di ognuna, nuove protesi moderne, diversi posizionamenti di queste protesi, come va scelto il volume finale mantenendo la naturalità del seno e convalescenza.

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva è una operazione finalizzata all’aumento di volume delle mammelle. Nella mastoplastica additiva, più che per ogni altro intervento in chirurgia estetica, è essenziale un’attenta pianificazione pre-operatoria che deve tenere conto di quelli che sono i desideri della paziente in termini di forma e di volume e valutare se questi sono realizzabili sulla base della situazione anatomica di partenza.

 

 

Possiamo  effettuare l’intervento con un accesso chirurgico che può essere dal solco inframammario, dall’areola, o dal cavo ascellare creando una tasca che può essere retroghiandolare, retrofasciale o retromuscolare, utilizzando protesi rotonde o anatomiche con vario grado di proiezione e coesività, rivestite di silicone o di poliuretano.

Tutte queste variabili vengono scelte tenendo conto sia della situazione anatomica preoperatoria delle mammelle che dei desideri della paziente e vanno valutate accuratamente durante i colloqui preliminari.

 

Facciamo qualche esempio

Se la paziente ha delle mammelle già ben rappresentate con una buona copertura di tessuto fibroghiandolare del polo superiore, è possibile posizionare le protesi in sede retroghiandolare o preferibilmente retrofasciale (tra la fascia del muscolo pettorale ed il muscolo pettorale stesso).
Se abbiamo una paziente con un torace proporzionato all’altezza, con una ghiandola mammaria ben conformata ed il capezzolo centrato sulla coppa, che desidera un aumento omogeneo del volume, possiamo optare sia per una protesi rotonda che per una protesi anatomica a seconda delle preferenze estetiche della paziente stessa. Una volta scelte le dimensioni della protesi attraverso delle misurazioni, saranno le differenti proiezioni a determinare il volume finale dell’impianto.

Se invece la paziente è bassa e con un torace un po’ largo o viceversa è piuttosto alta ed esile, pur in presenza di una ghiandola mammaria ben sviluppata le protesi più idonee saranno quelle anatomiche che, oltre alla forma a goccia hanno la possibilità di avere un’altezza differente rispetto alla larghezza, una caratteristica che permette, dopo un’attenta valutazione del chirurgo, di poter realizzare un seno armonico e naturale in base alla conformazione della gabbia toracica.

Se la ghiandola mammaria presenta una lieve perdita di tono (ptosi mammaria) utilizziamo alcuni accorgimenti tecnici volti a risollevare la mammella quali la tecnica dual plane, associata, se è necessario far risalire anche il capezzolo, ad un accesso chirurgico emiperiareolare superiore o periareolare completo con sutura a borsa di tabacco (round block). Inoltre utilizzeremo protesi anatomiche ad alto grado di proiezione e coesività, in modo che esse stesse sorreggano la ghiandola mammaria lievemente ptosica.

Se la paziente desidera un rapido ritorno all’attività sportiva e/o lavorativa e/o utilizza gli arti superiori per lavoro, noi utilizziamo protesi rivestite in poliuretano che si fissano nel giro di pochi giorni ai tessuti circostanti in modo inamovibile annullando il rischio di rotazione, innalzamento o asimmetria delle protesi stesse.

Se la paziente è già stata operata e desidera sostituire gli impianti, noi utilizziamo protesi rivestite di poliuretano perché il rischio di contrattura capsulare (la principale complicanza legata all’inserimento delle protesi mammarie) è molto basso e si attesta intorno al 2-4 % a 10 anni dall’intervento.

Se la priorità della paziente è avere il rischio di complicanze più basso possibile a medio/lungo termine, usiamo le protesi in poliuretano.

 

 

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    Mastoplastica Additiva

    La “Mastoplastica additiva” rappresenta al giorno d’oggi l’intervento più conosciuto tra tutti quelli effettuati in “chirurgia plastica”. Aumentare di qualche taglia il proprio “seno” è il desiderio recondito della maggior parte delle donne, per questo l’intervento è tra i più richiesti.
    Va precisato che tale procedura chirurgica non si limita ad aumentare di volume il seno, ma conferisce allo stesso un maggior tono, una forma più gradevole, una simmetria con il seno controlaterale, oltre a donargli un aspetto più giovanile e più tonico.

    Negli Stati Uniti d’America più di 1 milione di donne si sono sottoposte a questo intervento.

     

    L’intervento chirurgico

    L’aumento chirurgico del seno, sebbene risulti essere un intervento relativamente semplice, deve sempre essere considerato un’operazione chirurgia a tutti gli effetti.

    Il chirurgo avrà l’arduo compito di far conciliare le aspettative e le esigenze di ogni sua paziente, con parametri fisici e tessutali delle stesse.

    Seno grande o piccolo?

    L’ingrandimento volumetrico del seno dovrà sempre essere proporzionato alla silhouette della donna, rispettando le proporzioni con le altre strutture anatomiche: fianchi , torace, spalle, ecc.

    L’eccesso dei volumi largamente pubblicizzato su rotocalchi e reality show rappresenta un rischio reale per la persona che si sottopone all’intervento chirurgico, aumentando esponenzialmente il rischio di complicanze post operatorie.

    svantaggi presenti per ogni tecnica.

     

    Quali sono le vie d’accesso per le protesi?

    Le protesi mammarie possono essere inserite:

    – per via periareolare;

    – per via ascellare;

    – con incisione nel solco sotto mammario;

    – per via ombelicale.

    La scelta dipende da diversi fattori come ad esempio dalla grandezza dell’areole, dalla grandezza delle protesi, dal tipo di protesi da inserire o da condizioni anatomiche preesistenti (come un seno tuberoso per esempio).

     

    Il posizionamento delle protesi:

    Se l’intervento concettualmente risulta essere semplice (ovvero inserire una coppia di protesi) esistono numerose sfumature tecniche che conoscono periodicamente aggiornamenti concettuali. Le protesi mammarie possono essere impiantate sotto la ghiandola mammaria o sotto il muscolo gran pettorale.
    Nei limiti di queste due posizioni esistono svariate varianti come il posizionamento sopra o sotto fasciale, sotto muscolare parziale o totale o la tecnica “dual plane” (doppio piano) o ancora la più moderna tecnica del “multiplane”.
    La scelta del posizionamento è strettamente legata a parametri anatomici e tecnici che spettano al chirurgo e verranno decisi al momento della prima visita. La scelta della via d’accesso viene concordata con la paziente sempre al momento della prima visita.

     

    Qual’è il posizionamento migliore per le protesi?

    Non è possibile stabilire un posizionamento ideale per tutti i pazienti, spetta al chirurgo la scelta della tecnica da attuare a seconda delle specifiche necessità del caso, illustrando ovviamente alla paziente vantaggi e svantaggi di ogni tecnica.

    Va specificato che la scelta dell’alloggiamento delle protesi non è in realtà così semplice, considerate le innumerevoli varianti tecniche esistente oltre ai vantaggi e svantaggi presenti per ogni tecnica.

     

    Posizionamento sottoghiandolare

    Vantaggi: facilità di esecuzione della tecnica, assenza di variazione di forma della mammella durante la contrazione del muscolo pettorale, assenza di incisione per il muscolo pettorale che viene cosi preservato, decorso post operatorio più rapido.

    Svantaggi: maggiore rischio di visibilità o palpabilità della protesi, soprattutto in pazienti con poca copertura ghiandolare, maggiore rischio di contrattura capsulare (intorno al 3%) .

     

    Posizionamento sottomuscolare

    Vantaggi: minori rischi di visibilità o palpabilità dei margini della protesi e minore rischio di incidenza per la contrattura capsulare (< 3%), in caso di contrattura capsulare minore visibilità.

    Svantaggi: minore controllo della forma della mammella soprattutto nella porzione supero – mediale, decorso post operatorio più lungo, rischio aumentato di dislocazione verso l’alto della protesi, variazione della forma della mammella durante la contrazione del muscolo pettorale.

    Valutazione preoperatoria

    La corretta informazione al paziente è di fondamentale importanza per creare una reale consapevolezza del tipo di intervento che verrà eseguito. In seguito si procederà alla raccolta dell’anamnesi alla corretta misurazione del seno e di tutti i parametri necessari per l’individuazione delle protesi da utilizzare e della tecnica operatoria migliore da eseguire.

     

    Sarà di fondamentale importanza porre l’attenzione:

    – sulla forma della mammella – adeguata copertura ghiandolare;

    – grandezza e spessore del muscolo pettorale;

    – eventuale ptosi della mammella;

    – posizione e diametro del complesso areola – capezzolo;

    – elasticità dei tessuti;

    – tipo e dimensione delle protesi.

    Qual’è il tipo di protesi ideale?

    Non è corretto definire un tipo di protesi ideale o unica per tutti i pazienti, al contrario si devono valutare differenze significative da caso a caso; ciò è molto importante per ottenere un risultato finale ottimale. Sul mercato sono presenti diversi tipi di protesi mammarie, che si diversificano  a seconda:

    – dei materiali utilizzati;

    – del profilo (alto, medio, basso);

    – della forma e del volume;

    – della superficie (liscia, testurizzata).

     

    Tipi di protesi legate alla forma rotonde o anatomiche:

    Non si può in assoluto stabilire se sia più adatta una protesi rotonda o anatomica; la scelta dovrebbe essere effettuata sulla base del risultato che si vuole ottenere.

    Le protesi anatomiche danno in genere un risultato più naturale e sono maggiormente indicate nella tecnica “Dual plane” per aumentare la proiezione del polo inferiore, mentre non sono particolarmente consigliate se si vuole ottenere un riempimento del polo superiore quindi con un seno pieno in alto.

    È importante sottolineare che la scelta della protesi rappresenta un momento particolarmente importante per il chirurgo che deve far combaciare le richieste della paziente con gli effettivi risultati che si possono ottenere in base alle caratteristiche anatomiche della mammella della paziente.

    La visita clinica preoperatoria è quindi un momento fondamentale per poter pianificare il tipo di protesi da impiantare in base alla conformazione del seno, in base al tipo di protesi, al volume e al posizionamento della protesi stessa.

     

    Tipi di protesi legate al profilo:

    Basso: questo tipo di protesi di silicone, possiede un base più ampia e più basse, quindi più indicate quando si desidera ottenere una maggiore ampiezza della base mammaria e una bassa proiezione in avanti. Sono poco utilizzate nella pratica clinica.

    Alto: queste protesi di silicone hanno una base più ristretta e danno una maggiore proiezione al cono mammario;questi tipi di protesi sono quelle maggiormente richieste dai pazienti.

    Medio: rappresentano una via di mezzo tra le prime e le seconde. Due protesi di silicone possono avere lo stesso volume ma una proiezione differente.

     

    Differenze legate al tipo di superficie della protesi:

    Prima di cominciare a discutere sui vari tipi di superfici esistenti negli impianti, è importante capire perché esistono in commercio impianti con diverse superfici. Il corpo umano per una reazione naturale tende ad inglobare con una capsula fibrosa come meccanismo difensivo ogni elemento estraneo a se stesso.

    Questa capsula fibrosa può diventare patologica per alcuni pazienti, con una reazione di contrattura della capsula che può deformare la protesi di silicone, modificando la forma del seno, e nei gradi più alti di contrazione provocando anche una sintomatologia dolorosa. Definiamo questa complicanza con il termine di contrattura capsulare. In questi casi la capsula deve essere rimossa e le protesi vengono sostituite.

    Il tasso d’incidenza di contrattura capsulare è legata a fattori non specificatamente chiari e l’argomento è frutto di notevoli dibattiti; S’è notato comunque che la superficie delle protesi, potrebbe diminuire la percentuale d’incidenza. Con le prime protesi mammarie (con superficie liscia) riscontravamo il più alto tasso di contrattura capsulare.

    Dalla metà degli anni Settanta è arrivata sul mercato la protesi in poliuretano espanso, che tutt’ora ha un’ incidenza pari allo 0,5 %. Attualmente, nella maggior parte dei casi si usano la protesi di silicone testurizzato che danno una incidenza inferiore al 3% dei casi trattati.

     

    Fra le possibili complicanze dell’intervento si riscontrano:

    – comparse di ematoma;

    – infezione alla mammella e zone limitrofe;

    – rottura dell’impianto;

    – linfoadenopatia;

    – cicatricicontrattura capsulare.

    Sintomatologia nei giorni successivi all’intervento:

    Nei giorni successivi all’intervento il paziente potrebbe avvertire un temporaneo indolenzimento della regione mammaria e degli arti superiori; l’eventuale dolore, può controllarsi facilmente con l’assunzione di antidolorifici al bisogno. Saranno presenti ecchimosi e gonfiori che scompariranno dopo qualche settimana.

    A fine intervento al paziente sarà applicata una medicazione contenitiva che fisserà la posizione delle protesi. Tale fasciatura verrà rimossa dopo una settimana. Il paziente dovrà indossare un reggiseno idoneo a sostegno medio (di tipo sportivo) per un mese.

     

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      Blefaroplastica

      L’INTERVENTO DI BLEFAROPLASTICA, COME FUNZIONA?

       

      Con il progredire dell’età, (Aging) evidenzia un eccesso di pelle nella zona degli occhi, una mancanza di elasticità con la comparsa delle rughe e delle grinze perioculari. Inoltre è possibile che con il tempo si evidenzi un accumulo di grasso sottocutaneo sulle palpebre. Fattori genetici e regime alimentare insieme ad uno stile di vita esagerato, possono far apparire anzitempo questi sintomi.

      La chirurgia estetica delle palpebre, la blefaroplastica, può restituire freschezza e tonicità alle palpebre, con il risultato di uno sguardo più giovane e vivace.
      La blefaroplastica ringiovanisce le palpebre rilassate, ma non elimina del tutto le rughe e le zampe di gallina o le sopracciglia cadenti.

       

      BLEFAROPLASTICA SUPERIORE

      La blefaroplastica superiore è un intervento di chirurgia estetica delle palpebre superiori che consiste nell’asportare l’eccesso di pelle e nella rimozione delle borse di grasso che si trovano nella regione palpebrale superiore.
      Questo intervento può essere eseguito in ambulatory surgery, day hospital, sia in anestesia locale che in anestesia generale, e ha una durata di circa 30 minuti.

      L’intervento di blefaroplastica superiore termina con dei sottilissimi punti che vengono rimossi dopo 3-4 giorni dall’intervento e con una cicatrice praticamente invisibile che si localizza nella piega palpebrale superiore.
      L’intervento è praticamente indolore e dopo 6-10 giorni la paziente può tornare a svolgere tutte le attività lavorative e sociali senza particolari segni o esiti.

      BLEFAROPLASTICA INFERIORE

      La blefaroplastica inferiore è un intervento di chirurgia estetica delle palpebre inferiori che consiste nell’ asportare se necessario una losanga di pelle e nella rimozione o riposizionamento delle borse di grasso che si trovano nella regione palpebrale inferiore.
      La blefaroplastica inferiore è un intervento di chirurgia estetica delle palpebre inferiori più complesso della blefaroplastica superiore e anch’esso può essere eseguito in ambulatory surgery, day hospital, in anestesia locale oppure in anestesia generale.
      Nella blefaroplastica inferiore viene praticata una incisione nel bordo sotto ciliare attraverso la quale vengono rimodellate le tre borse di grasso che sono localizzate in questa regione e l’eccesso di cute e di muscolo che possono contribuire a determinare un difetto estetico che necessita di correzione.
      Anche l’intervento di blefaroplastica inferiore comporta l’esito di una piccolissima cicatrice quasi invisibile.
      L’intervento è praticamente indolore. La ripresa della normalità in questo caso è lievemente più lunga e necessitano circa due settimane per ritornare alla consueta attività lavorativa e sociale.

      LA BLEFAROPLASTICA TRANSCONGIUNTIVALE

      Una tecnica molto particolare e specifica solo della blefaroplastica inferiore è la blefaroplastica transcongiu

      ntivale: questa tecnica consiste nella rimozione solo delle borse adipose inferiori tramite una incisione congiuntivale interna alla palpebra inferiore attraverso la quale è possibile rimodellare l’eccesso di grasso senza cicatrici cutanee esterne.
      La blefaroplastica transcongiuntivale è un intervento chirurgico con cui è possibile eliminare le borse sotto gli occhi attraverso un’incisione effettuata all’interno della congiuntiva della palpebra inferiore.

      La tecnica della blefaroplastica transcongiuntivale è indicata per le persone che hanno solo eccesso di grasso.
      Con la blefaroplastica è anche possibile modificare la forma dello sguardo mediante il sollevamento e/o il riposizionamento dell’angolo laterale dell’occhio (cosiddetta cantoplastica e cantopessi).
      La blefaroplastica superiore e la blefaroplastica inferiore possono ovviamente essere associate quindi eseguite insieme.

       

      INDICAZIONI

      I migliori candidati alla blefaroplastica sono uomini e donne la cui pelle ha iniziato a dare segni di cedimento, ma ha conservato una buona elasticità. La blefaroplastica transcongiuntivale è indicata per uomini e donne la cui pelle ha cominciato a dare segni di cedimento, ma ha conservato una buona elasticità. Questa tecnica non è tuttavia indicata per i pazienti che presentano un eccesso di pelle intorno alle palpebre perché questo tipo di inestetismo può essere eliminato solo con la blefaroplastica tradizionale.

      I pazienti ideali per la blefaroplastica sono fisicamente sani, psicologicamente stabili e ben informati sulla procedura chirurgica e post chirurgica, requisiti comuni a tutti gli interventi di chirurgia estetica.
      In genere a richiedere la blefaroplastica per ringiovanire lo sguardo sono persone al di sopra dei 35 anni, mentre i pazienti più giovani spesso la richiedono per fattori ereditari, quindi per ritoccare la forma e il taglio degli occhi. L’anatomia personale e la qualità dei tessuti di ciascuno sono elementi che determinano la diversità dei risultati di un intervento di chirurgia estetica.

      La blefaroplastica è indicata anche per la correzione della palpebra orientale che in alcuni pazienti di origine asiatico può risultare eccessivamente marcata.
      La ptosi delle palpebre quando è di grado severo può ridurre il campo visivo. In questa circostanza è consigliabile prendere in considerazione l’intervento di blefaroplastica non solo per motivi estetici ma anche per ragioni funzionali.

      VISITA PRE-OPERATORIA E PREPARAZIONE

      La blefaroplastica è un intervento personalizzato, come tale, necessita di un’accurata visita specialistica. Durante la prima visita il chirurgo dovrà valutare la struttura ossea e muscolare del vostro volto, la qualità della pelle e dei muscoli perioculari, la presenza di eventuali difetti estetici e funzionali, illustrarvi gli obiettivi con i risultati estetici che è possibile ottenere.

      Il chirurgo dovrà inoltre valutare le vostre condizioni di salute per escludere la presenza di alterazioni (pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell’intervento. Al termine della visita il chirurgo, d’accordo con voi, sceglierà la procedura chirurgica più indicata.

      Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto cortisonici, contraccettivi, antipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antibiotici, tranquillanti, sonniferi, eccitanti, ecc.);
      2 settimane prima: sospendere assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (es. Alka Seltzer, Ascriptin, Aspirina, Bufferin, Carin, Cemirit, Vivin C, etc.) o Vitamina E; eliminare il fumo almeno una settimana prima dell’intervento; segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, tosse, malattie della pelle; praticare un accurato bagno di pulizia completo; lavare i capelli; rimuovere lo smalto delle unghie delle mani e dei piedi; non assumere cibi dalla mezzanotte, si possono assumere liquidi chiari (the, acqua) fino a 6 ore prima dell’intervento.

      PROCEDURA CHIRURGICA

      La procedura chirurgica più comune, consistente nel rimodellamento del muscolo orbicolare e delle borse adipose e nella rimozione dell’eccesso di cute, le incisioni vengono eseguite nella piega delle palpebre superiori e inferiori e risultano praticamente invisibili. Se sono presenti solo delle borse adipose nella palpebra inferiore e non è necessario rimuovere l’eccesso cutaneo, il chirurgo può eseguire la cosiddetta blefaroplastica transcongiuntivale, senza praticare incisioni cutanee esterne.

      Vedi: BLEFAROPLASTICA SUPERIORE, BLEFAROPLASTICA INFERIORE, LA BLEFAROPLASTICA TRANSCONGIUNTIVALE

      POST-OPERATORIO

      Nelle 24 ore successive all’intervento di blefaroplastica dovrete rimanere a riposo con la testa leggermente sollevata. A partire dal terzo giorno potrete riprendere a svolgere una vita normale evitando però attività faticose, saune e bagni turchi e l’esposizione al sole. Nei primi due giorni potranno apparire gonfiore ed ecchimosi intorno alla regione trattata che persisteranno per circa 1-2 settimane. Raramente si possono verificare ematomi, infezioni e cicatrici cheloidee.

      Dopo 7-10 giorni potrete riprendere la vostra attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A partire dalla terza settimana potrete riprendere progressivamente a svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva. Il risultato, apprezzabile già dopo le prime tre settimane, sarà definitivamente raggiunto a distanza di circa sei mesi dall’intervento

      POSSIBILI COMPLICANZE

      La chirurgia estetica delle palpebre è una procedura chirurgica semplice.
      Quando la blefaroplastica viene eseguita da un medico specialista in chirurgia plastica o chirurgo plastico esperto iscritto alle maggiori as

      sociazioni italiane di chirurgia plastica estetica, all’interno di strutture autorizzate, i risultati sono generalmente molto soddisfacenti.

      Si tratta comunque di una procedura chirurgica vera e propria dove le complicanze (sanguinamento, infezione) sono rare, ma possono accadere ed essere agevolmente risolte. Per diminuire i rischi di complicanze è comunque importante seguire attentamente i consigli e le istruzioni che vi darà il chirurgo prima e dopo l’intervento. I fumatori dovrebbero ridurre o abolire l’uso di sigarette perché il fumo può aumentare il rischio di complicanze e ritardi di guarigione.

      RISULTATI

      Il risultato della blefaroplastica è generalmente molto buono e duraturo ma non può dirsi permanente in quanto sarà sempre condizionato dal vostro stile di vita e dagli inevitabili effetti della gravità e dell’invecchiamento. Nei primi due giorni successivi all’intervento dovrete rimanere a riposo con la testa leggermente sollevata.

      A partire dal terzo giorno potrete riprendere a svolgere una vita normale evitando però attività faticose, saune e bagni turchi e l’esposizione al sole. Nei primi due giorni potranno apparire gonfiore ed ecchimosi intorno alla regione trattata che andranno gradualmente scomparendo.

      Dopo 7-10 giorni potrete riprendere la vostra attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A partire dalla terza settimana potrete riprendere progressivamente a svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva. Il risultato, apprezzabile già dopo le prime tre settimane, sarà definitivamente raggiunto a distanza di 3-6 mesi dall’intervento.

       

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        Buon Natale a tutti i clienti e amici!

        Grazie a tutti voi per il magnifico anno trascorso insieme, grazie ai tanti nuovi clienti incontrati e grazie a tutti per la fiducia che in questi anni ha sempre accompagnato il mio lavoro. Chi come me impiega tanta parte della propria vita per far star bene le persone, con la formazione costante, con l’impegno e la dedizione, quando incontra clienti soddisfatti è contento e, al tempo stesso, pensa come migliorare ancora.

        La crescita umana e professionale non hanno limiti e il mio augurio per il 2020 è che curiosità e stupore per “il nuovo” continuino ad illuminare la nostra via.

        Buon Natale e felice anno 2020!

        Dottoressa Stelian

        Cell. +39 347.32.20.884
        e-Mail info@dottoressa-stelian.it

        Vacanze di Natale: come rigenerare pelle, corpo e mente

        Le vacanze natalizie sono il momento ideale per prendersi una pausa e concentrarsi sul proprio benessere. Stress, freddo e combinazioni di cibo non sempre ottimali, possono rendere la pelle del corpo e del viso affaticata, ma rischiano anche di appesantire la mente: ecco alcuni consigli per rigenerare pelle, corpo e mente approfittando delle vacanze di Natale.

        Come in estate, anche in inverno il cambio di temperature può creare piccoli disagi. Il freddo, infatti, rende la pelle screpolata, disidratata e spesso stressata. Tanto relax e un programma di rigenerazione dell’epidermide, vi aiuteranno a ristabilire il giusto equilibrio tra corpo e mente. Queste piccole attenzioni quotidiane, renderanno la pelle nuovamente idratata e tonica.

        Per iniziare parliamo di abitudini da correggere

        Prendersi cura della propria pelle e del benessere psicofisico in generale dovrebbe essere una priorità. tuttavia alcune abitudini sbagliate la danneggiano. Eccone alcune:

        Non struccarsi correttamente: la fretta e la stanchezza a volte tolgono le forze per struccarsi alla sera prima di andare a dormire. Questa è davvero una cattiva abitudine perché una pelle non pulita, non respira e tende a diventare opaca, poco idratata e spenta.

        Non detergere la pelle: la detersione della pelle è fondamentale per avere una pelle pulita e luminosa specialmente per chi vive in città.

        Non usare la crema corpo: la pelle del corpo dovrebbe essere idratata tutto l’anno, anche quando fa freddo.

        Lo stress incide negativamente su tutto il corpo. Anche la pelle risente dello stress, tende a diventare spenta e a perdere tonicità.

        Dormire poco: riposare poco, male e ad orari sempre diversi, aumenta l’irritabilità e influisce negativamente sulla pelle e sulla qualità della giornata. Sarebbe buona norma dormire 7-8 ore per notte cercando di andare a letto sempre alla stessa ora. Le vacanze di Natale potranno sicuramente giovare anche a questo.

        Qualche consiglio

        Ritagliatevi sempre momenti personali da dedicare alla cura del corpo, della pelle e al benessere interiore.

        Bevete tanta acqua e la pelle vi ringrazierà. L’acqua vi aiuterà ad eliminare le tossine a tutto vantaggio di un incarnato luminoso e di una mente brillante.

        Prendetevi dei momenti di pausa per pensare a voi.

        Approfittate del Natale per farvi un regalo: se desiderate un tocco di freschezza che restituisca al vostro volto una pelle con qualche anno in meno, contattate la Dottoressa Stelian che con la sua professionalità saprà suggerirvi il trattamento adatto a voi.

         

        Alleggerite la mente

        Durante le vacanze di Natale, prendetevi una pausa dalle faccende lavorative. Dedicate del tempo a voi stessi e alle vostre passioni, e cogliete l’occasione per condividere momenti di armonia con le persone a voi care.

        Se possibile, partite per qualche giorno alla scoperta di una nuova città, di paesaggi innevati mai visti o a cui siete affezionati, ma non dimenticate di godervi la casa.

        Sedetevi in poltrona con un buon libro o sdraiatevi sul divano a guardare un bel film natalizio e non pensate agli impegni. Approfittate delle vacanze natalizie per regolarizzare il riposo, cercate di sgomberare la mente di dormire per tutte le ore necessarie a restituire energia e vitalità alla mente e non solo.

        Dottoressa Stelian
        Cell. +39 347.32.20.884
        e-Mail info@dottoressa-stelian.it

        Tutta la protezione di cui hai bisogno

        Dopo un’estate di sole, cloro, salsedine, i primi freddi autunnali e lo smog cittadino richiedono tutto il nostro impegno per proteggere la pelle.

        Il passaggio tra l’estate e l’autunno è un momento delicato; ti proponiamo 3 facili suggerimenti per prenderti cura di te.

        1. Inizia dall’alimentazione

        Per proteggere la pelle inizia dall’alimentazione. Per fare in modo che ritorni ad essere idratata e tonica hai bisogno di alimenti che contengano antiossidanti, vitamine e acidi grassi Omega 3. In tuo aiuto trovi tutte le verdure e la frutta di stagione: zucca, barbabietole, cavoletti di Bruxelles, mirtilli, uva, cachi. Le vitamine, soprattutto la C, le trovi in agrumi, kiwi e peperoni. Gli Omega 3, contenuti nel pesce e nella frutta secca, sono gli alleati numero uno dell’idratazione.

        2. Depurare

        Quando senti il desiderio di una pelle luminosa, pensa che la tua pelle è lo specchio del tuo stato di salute. Ti sembrerà allora naturale partire dall’interno, non solo con l’alimentazione, della quale abbiamo appena parlato, ma anche con la depurazione.

        L’acqua è il tuo primo alleato per disintossicarti. La puoi sorseggiare durante il giorno, la puoi bere tiepida al mattino per stimolare e alleggerire l’intestino, puoi sostituirla una tantum ad un pasto, anche se ricorda che depurarsi non vuol dire non mangiare ma costruire uno stile di vita equilibrato nell’alimentazione e nell’assunzione di acqua.

        La depurazione è strettamente collegata alle condizioni dell’intestino ecco perché sane abitudini alimentari, che comprendano abbondanti verdure, fibre ed acqua, sono importantissime. Se poi aggiungiamo, dopo consiglio medico, prebiotici il nostro intestino ci ringrazierà.

        I prebiotici sono sostanze non digeribili contenute in natura in alcuni alimenti – principalmente fibre idrosolubili tra cui i polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, i fructani, gli oligofruttosaccaridi, le inuline, il lattitolo, il lattosaccarosio, il lattulosio, le pirodestrine, gli oligosaccaridi della soia – le quali promuovono la crescita, nel colon, di una o più specie batteriche utili allo sviluppo della microflora probiotica.

        3. Idrata

        Bevi, bevi, bevi. Più la pelle sarà idratata più sarà elastica e luminosa. Scegli con cura i prodotti per la cura della tua pelle e leggi le etichette. Ancor meglio, se hai un problema evita il fai da te e rivolgiti ad un professionista competente e preparato.

        Come vedi, c’è molto che tu puoi fare per prenderti cura della tua pelle in autunno ma ricorda che, se è vero che il buon senso può far molto, puoi contare sul supporto di uno specialista competente, come la Dottoressa Stelian, quando desideri un consulto di medicina e chirurgia estetica.
        Ecco tutti i riferimenti per chiedere informazioni e prenotare una visita:

        Cell. +39 347.32.20.884
        e-Mail info@dottoressa-stelian.it

        Un trucco infallibile per una pelle distesa e luminosa

        Con il passare degli anni la nostra pelle può perdere freschezza e luminosità. Abbiamo tanti modi per rallentare gli effetti dello scorrere del tempo su di noi a partire dall’alimentazione per giungere alla meditazione.

        E’ chiaro che una sana alimentazione è un toccasana per tutti, anche da un punto di vista degli effetti sull’incarnato. Ciò a cui, forse, non abbiamo mai pensato è quanto il nostro stato interiore influisca sul nostro aspetto.

        Certo, ce ne accorgiamo quando siamo super stressati e abbiamo due occhiaie molto evidenti: in questo caso, ovvero quando il nostro organismo risponde in modo vistoso agli stimoli che riceve, non ci sono dubbi.

        Al contrario, facciamo più fatica ad accorgerci di quando pensieri e preoccupazioni, rancori e rabbia, influiscano sulla qualità della nostra pelle perché l’effetto non è così subitaneo.

        Ci basterebbe pensare che tutto ciò che viviamo emotivamente, al pari di ciò che mangiamo, viene “filtrato” dal nostro fegato. Avete presente quel detto popolare secondo il quale “la rabbia corrode il fegato”: non è un detto a caso, trova un suo fondamento nella medicina tradizionale cinese. La rabbia ha, effettivamente, un effetto sul fegato e viceversa cattive condizioni del fegato possono predisporre a viver emozioni di rabbia. E quando il fegato è appesantivo di tossine alimentari o di tossine emotive, la nostra pelle ne risente.

        Che fare? Se il problema si fa serio, come sempre, è bene rivolgersi ad uno specialista. Ma prima che il problema diventi difficile da sostenere, possiamo iniziare con il prenderci cura di noi. Possiamo iniziare con il dedicarci uno spazio nella giornata per ascoltarci, uno spazio in cui, semplicemente, respirare e ascoltare.

        Respirare sembra la cosa più semplice e conosciuta del mondo: respiriamo da sempre e non possiamo evitare di farlo. Tuttavia, il nostro respiro, se lo sappiamo ascoltare, parla di noi, del nostro stato emotivo, per raccontarci come stiamo veramente.

        Dedicare anche solo mezz’ora al giorno all’ascolto del nostro respiro, senza fare null’altro, può essere di grande aiuto, per ritrovare un contatto più vero con noi stessi e per cercare uno spazio di silenzio, oltre i mille impegni e rumori che ci circondano.
        Uno spazio di silenzio per riprendere in mano la nostra vita. Uno spazio di silenzio per ritrovare pace. E’ un suggerimento molto semplice, apparentemente banale ma provare per credere: il nostro volto sarà più rilassato e luminoso e noi staremo meglio.

        5 Rimedi efficaci contro l’ansia da rientro al lavoro

        Le vacanze stanno per finire e tu cominci ad avere l’orticaria all’idea del rientro? Vorresti acquistare un biglietto per un viaggio senza ritorno in Papuasia, piuttosto che pensare al ritorno al lavoro? Niente paura! Anche quest’anno ce la puoi fare! C’è un trucco che può aiutarti nel placare l’ansia da rientro che si riassume in una parola: “organizzazione”.

        1. Il buon rientro si organizza prima di partire

        Se vuoi avere un rientro soft, cerca di organizzare il lavoro per una settimana, 15 giorni dopo il tuo rientro. Un elenco chiaro con le priorità ti aiuterà a risparmiare energie per pensare e il tuo ritorno sarà più graduale. Nei limiti del possibile, fatti aiutare, condividi e delega.

        2. Quando rientrare

        Lo shock del lunedì lo conosciamo tutti, quindi meglio pensare ad un rientro da metà settimana, se siamo così fortunati da potercelo permettere.

        3. Programma prima delle ferie estive il prossimo breve periodo di vacanze

        Può sembrare un’esagerazione ma provare per credere: funziona! Prima di partire per le ferie estive, anche se sono solo di pochi giorni, può essere d’aiuto, organizzare un Week end per un breve viaggio a pochi giorni dal nostro ritorno al lavoro.
        Si tratta di rientrare in modo strategico. In quest’ottica, organizzare ulteriori 2 giorni di ferie dopo 15 giorni di rientro è molto utile!

        4. Il tempo per te

        Cammina, passeggia in pausa pranzo, esci dal lavoro e incontra gli amici, dedicati qualche momento di calma da solo o con la famiglia.
        Il tempo per te, non è solo utile ma è anche necessario, tutto l’anno, per ritrovare l’equilibrio e mantenere un contatto con te stesso.

        5. Un pizzico di fantasia

        Se puoi, organizzati per mantenere nei primi giorni di rientro, il risponditore automatico alle mail in entrata. Ovvero programma il tuo rientro effettivo un paio di giorni prima rispetto a quello che comunichi ai tuoi interlocutori, così avrai tutto il tempo per entrare con calma mentre il mondo ti pensa ancora assente.

        Estate 2019: mostra dei Preraffaelliti da non perdere a Milano

        La mostra “I Preraffaelliti. Amore e desiderio” a Milano, ospitata nelle sale di palazzo Reale e organizzata in collaborazione con la Tate Britain di Londra, presenta al grande pubblico la straordinaria esperienza artistica dei Preraffaelliti, autori di capolavori originali ed immortali che tanto devono all’ispirazione italiana.

        La corrente dei Preraffaelliti si sviluppa in Inghilterra nella seconda metà dell’Ottocento.
        La loro arte é un tentativo di recuperare le forme più pure ed arcaiche del mondo della Natura, dell’Arte e della Vita stessa, avvolte in un’atmosfera sentimentale e nostalgica che inscrive pienamente il movimento nel decadentismo tipico della cultura ottocentesca. La mostra “Preraffaelliti” a Milano, offre una panoramica imperdibile di questo particolare momento culturale e artistico, il cui il tono fiabesco di ispirazione dantesca si mescola con le tematiche sociali contemporanee.

        La mostra racconta un senso di smarrimento e perdizione che porta l’uomo a guardare ad un passato mitico e sognante, lo stesso che ispira alcuni dei maggiori capolavori dell’arte europea.

        Milano, Palazzo Reale, dal 19 giugno al 6 ottobre 2019
        MOSTRA PRERAFFAELLITI MILANO ORARI:
        Lunedì: 14.30–19.30; Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30; Giovedì e sabato: 9.30-22.30

         

         

        Testo liberamente tratto da: https://www.milanoguida.com/visite-guidate/mostre-milano/mostra-preraffaelliti-milano/

        Aver cura di sé

        “Quando una persona sta attenta a tutto, diventa sensibile, ed essere sensibile significa avere una percezione interna della bellezza, possedere il senso di bellezza”. (J.Krishnamurti)

        Come sarebbe bello coltivare tale bellezza in noi così da coglierla in tutto, in un eterno fluire senza confine alcuno. Come sarebbe bello coltivare tale slancio vitale, così intenso da trasformarsi in folle gioia. Quale rara sensazione inebriante!

        In fondo siamo tutti viaggiatori. Fatichiamo ad accorgercene ma è realmente così. E in questo viaggio possiamo scegliere di aver cura di noi, possiamo scegliere cosa coltivare nel nostro giardino.

        C’é sempre una scelta che possiamo fare. Possiamo coltivare fiori, radici o alberi da frutto. Possiamo anche lasciare incolto il nostro giardino o possiamo riempirlo di disarmonia, dipende da noi.

         

        “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” (Dante)

        Possiamo scegliere quali uomini o donne essere

        Se per un attimo ci fermassimo ad osservare come ci muoviamo nel corso della giornata, se riuscissimo, in un lampo di lucidità, a vederci da un un punto di osservazione collocato “su un pianeta lontano”, tutto cambierebbe. Forse ci accorgeremmo di tante cose che ci farebbero sorridere di noi, di tante cose che, forse, ci spingerebbero a cambiare.

        E’ che il più delle volte siamo identificati nelle nostre vite tanto da non vedere un palmo oltre in nostro naso.

        Ecco allora che arriva il momento di fare “il gioco dell’astronauta” o meglio di provare a vedere la nostra vita, ogni giorno, con un poco di distacco. Niente di freddo e insensibile, anzi! Si tratta di distaccarsi un poco dal turbinio delle emozioni per vedere meglio noi stessi.

        Con tutta probabilità ci accorgeremmo che il nostro giardino merita cura e ci accorgeremmo che siamo gli unici che possono veramente trasformarlo in un luogo armonico di pace.

        Come sarebbe bello che la ricerca di bellezza diventasse una sana abitudine di vita!