La pelle come confine del mondo interiore

Tutto in noi  comunica, anche quando non abbiamo l’intenzione di comunicare alcunché.  

Sì perché il solo essere, esistere, respirare, guardare, muoverci, tutto comunica il nostro stato, naturalmente a un buon osservatore. Come dice il noto psicologo e filosofo Watzlawick, non è possibile non comunicare.

Giacché tutto in noi comunica, anche la pelle comunica molto di noi.

Colore, consistenza, affezioni della pelle, tutto ciò comunica molto circa il nostro stato psico-fisico.

La nostra pelle è un organo davvero sconosciuto ai più. 

La pelle ha una funzione di contenimento ma consente anche di “comunicare” con il mondo; la pelle è una barriera difensiva e al tempo stesso un organo di scambio.  La pelle contiene e protegge “il nostro mondo interiore”.

Già dai primi attimi di vita, è con la pelle che riceviamo tutto il bene di nostra madre. Tuttavia insieme al “bene” riceviamo anche le sue ansie e le sue paure.

Già da quei primi attimi di vita, la qualità del tocco cambia la nostra percezione dell’universo circostante.

In tenerissima età, il tocco ci aiuta a costruire il confine tra noi e nostra madre.

Molta dell’insicurezza che proviamo da adulti, è il retaggio di un inadeguato tocco ricevuto da piccolissimi: senza la costituzione di un confine è impossibile costruire un nucleo psicologico  individuale.

A tal proposito lo psicologo clinico Anzieu, ci parla di “Io-pelle” ovvero di una struttura psicologica che ha  in questa sfera la stessa funzione che la pelle ha in quella biologica.

L’io-pelle è un perimetro psicologico che un bimbo costruisce con le attenzioni ricevute dalla madre, con il calore del suo tocco, con il nutrimento (che non è mai solo nutrimento fisico). 

Il nostro organismo è un’unità costituita da mente e corpo.

Quando una delle due aree “soffre” anche l’altra risponde. Una dimostrazione ci  è data ancora dagli studi di Anzieu il quale aveva notato la corrispondenza tra molte irritazioni della pelle, come eczemi e arrossamenti, con situazioni psicologiche di abbandono: come dire che alla lacerazione psicologica il nostro organismo risponde con una lacerazione  della pelle.

Per un buon professionista, la pelle è come uno specchio d’acqua trasparente: dice molto del fondale “del mare”. 

Se è fondamentale  studiare la stretta correlazione tra interno e superficie del nostro corpo è altrettanto importante quella tra la pelle  e l’interno.

Se consideriamo la pelle come il confine del nostro mondo interiore comprendiamo la grande importanza che ha la qualità del tocco donato e ricevuto: una calma e calda mano su di una spalla in un momento difficile, conta più di mille parole. Avete mai provato a salutare un amico con una carezza senza parole?

Provate e vi accorgerete dell’effetto! La delicatezza e il calore del gesto sono strumenti molto efficaci di comunicazione in grado di raggiungere immediatamente l’interiore del nostro interlocutore.